Sinossi del libro

In un mondo asservito al calcolo e alla convenienza, dominato dal dio denaro e dal carrierismo più sfrenato, suona veramente strano che qualcuno abbia potuto orientare la sua condotta secondo parametri diversi ed avere una visione del mondo e della vita in cui i valori sono l’unica guida. Eppure, a chi volesse dubitarne, ci sono, purtroppo, non solo le storie raccontate in questo libro.

Perché le vittime della propria personale coerenza e della ferocia della mafia e del terrorismo sono state moltissime in Italia. Non solo magistrati. Carabinieri, poliziotti, giornalisti, avvocati, professionisti, professori, sacerdoti: non c’è categoria che non abbia avuto i propri martiri.

E poi moltissime persone comuni, individui che avevano, semplicemente, deciso di dire “No” di fronte a un’ingiustizia o a un sopruso.

Nonostante le evidenze, molti di questi uomini e donne sono stati, prima e dopo la loro morte, considerati alla stregua di “carrieristi”, vilipesi, accusati di aver voluto solo realizzare le loro umane aspirazioni.

Ma il vero motivo per cui in Italia la guerra contro la grande criminalità non è stata ancora vinta, nonostante la forte reazione della società civile, va colto soprattutto in un dato di carattere culturale.

Qualsiasi tipo di organizzazione statuale ha bisogno del sostegno di una “comunità” e di un adeguato “ambiente” sociale e culturale, per poter sopravvivere e progredire.

In Italia non è stato tratto nessun proficuo insegnamento da quanto accaduto: gli stessi programmi scolastici sembrano ignorare l’urgenza di fornire a tutti i giovani gli elementi fondamentali per comprendere la complessiva architettura istituzionale del paese, il ruolo della giurisdizione e il senso delle previsioni della nostra Carta costituzionale.

Questo libro è stato scritto per ricordare e per far conoscere, soprattutto ai più giovani, i nomi e la storia di quei magistrati che hanno sacrificato la loro vita per dare un futuro al nostro paese